“Tu non sei capace, non ci riuscirai mai!”: gli aspetti psicologici delle difficoltà scolastiche
“Mamma ho mal di testa, possono non andare a scuola oggi?” Spesso dietro questa domanda si nasconde di più e le difficoltà scolastiche, se non riconosciute e affrontate con il giusto metodo, possono influire negativamente sulla psicologia dello studente.
Cesare, un bambino di otto anni, frequenta la classe terza elementare. I primi anni di scuola sono stati vissuti con gioia ed entusiasmo: tanti bambini nuovi da conoscere, lo zainetto nuovo che la mamma ha comprato proprio per l’inizio della scuola elementare. Tante emozioni in vista di questa nuova esperienza. Tutto sommato, iniziare la scuola a Cesare piaceva ed era pronto per quest’avventura.
Cesare sin da piccolino era un bambino molto curioso. A lui piaceva esplorare nuovi ambienti, giocare con le sue macchine da corsa e inventare giochi di pirati con gli amichetti del vicinato.
Il suo mondo interno si era precostituito a partire da una base affettiva sicura, grazie alla quale era sospinto alla vitalità e alla scoperta di tutti gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno.
Ma da qualche anno dopo l’inizio della scuola elementare, i genitori notarono che qualcosa in Cesare era cambiato.
Difficoltà scolastiche: disagio psicolgico come campanello d’allarme
I vissuti emotivi e affettivi nei bambini sono in costante sperimentazione e mutamento. Nell’età evolutiva le emozioni si presentano con la stessa forza impattante di un urgano, rapido e caotico, alla quale difficilmente il bambino riuscirà a trovare la chiave di lettura che gli permetterà di riuscire ad esprimere verbalmente a cosa, ad esempio, “la Tristezza, la Gioia o la Paura” sono collegate.
Esse vengono direttamente vissute e il disagio che le ha scatenate diviene un mistero da risolvere.
Cesare rientrava da scuola sempre molto triste e nervoso, chiuso nel suo silenzio. Alla domanda del padre: Com’è andata a scuola oggi? La risposta era sempre la stessa: “Tutto bene”.
I giochi e gli amici di prima non erano più ricercati dal bambino e i genitori sempre più preoccupati, non sapevano cosa stesse succedendo.
Così un giorno mentre la mamma di Cesare era affaccendata nelle mansioni domestiche, sentì il bambino dire al suo peluche preferito: “Tu non sei capace, non ci riuscirai mai!”.
Quali vissuti prova un bambino con un disturbo specifico dell’apprendimento per le difficoltà scolastiche?
Frequentemente, nel contesto scolastico, un bambino con disturbo specifico dell’apprendimento, non ancora riconosciuto a livello diagnostico e dunque non detentore degli strumenti adeguati per le sue capacità, sarà esposto ad un vissuto di fallimento personale. Tale sentimento emerge da una serie di circostanze tra cui il confronto che ogni giorno il bambino prova verso i suoi compagni di classe e dalle difficoltà percepite nel non riuscire a raggiungere le loro stesse competenze.
Nonostante il costante impegno e il cospicuo tempo impiegato nello svolgimento dei compiti rispetto alla media dei suoi compagni, il bambino con DSA interiorizzerà tale vissuto come conferma che ogni suo sforzo non sarà mai abbastanza.
Diversi studi scientifici hanno evidenziato l’impatto dei disagi psicologici conseguenti alle difficoltà scolastiche, (Huntington e Bender, 1993; Masi et al.,1998; Moè et al. 2007; Maughan et al., 2003; Arnold et al., 2005; Willcutt e Pennington, 2000), tra cui:
– un iniziale distanziamento e disinteresse dalle attività scolastiche;
– atteggiamenti di evitamento dei compiti;
– frustrazione e vissuti di impotenza;
– bassa percezione del valore di sé;
– isolamento sociale;
– aumento dei livelli di ansia che si manifestano attraverso le somatizzazioni (come vomito, algie addominali, cefalea tensiva);
– depressione;
– fobia scolare.
Tali disagi psichici risuonano come dei campanelli di allarme ai quali la risposta sarà un’attenzione particolare al vissuto interiore del bambino che, con le sue risorse, cerca di comunicare la difficoltà vissuta.
Il piccolo Cesare ripeteva al suo peluche preferito ciò che di sé stesso percepiva, ovvero: “Non sono capace, non ci riuscirò mai!”.
Ogni giorno, nel momento in cui a turno ogni bambino leggeva un pezzo di racconto del libro di italiano, Cesare iniziava ad agitarsi, sentiva battere forte il cuore e le manine diventavano calde e sudate.
“Le letterine ballano e quando leggo cambiano di posto!”
Esclamazione esasperata che ha portato in luce un disturbo dell’apprendimento, nello specifico la Dislessia.
Ascoltiamo le emozioni
Risulta fondamentale ascoltare le emozioni che i bambini comunicano attraverso le loro risorse, indagando i fattori di rischio che possono promuovere un disagio.
Un’attenta compartecipazione da parte dei genitori, clinici e insegnati, risulta fondamentale per riconoscere e pianificare una modalità d’intervento e d’inclusione scolastica, su misura ad ogni bambino.
Il piccolo Cesare così ha ritrovato il sorriso nel tornare a scuola, la gioia d’imparare e l’entusiasmo di studiare in classe con i suoi amici.
Bibliografia
Huntington, D.D., Bender, W.N. (1993). Adolescents with learning disability at risk? Emotional well-being; depression, suicide. Journal of Learning Disabilities 26(3): 159-66.
Masi, G. (1999). Disturbi di apprendimento e disturbi depressivi in età evolutiva. Giornale di Neuropsi-chiatria dell’Età Evolutiva 19: 105-15.
Moè, A., De Beni, R., & Cornoldi, C. (2007). Difficoltà d’apprendimento: Aspetti emotivo-motivazionali. In C. Cornoldi (a cura di), Difficoltà e disturbi dell’apprendimento (pp.253-271) Bolo-gna: Il Mulino.
Arnold, E.M., Goldston, D.B., Walsh, A.K., Reboussin, B.A., Daniel, S.S., Hickman, E., Wood, F.B. (2005). Severity of emotional and behavioral problems among poor and typical readers. Journal of Abnormal Child Psychology 33(2): 205-17.
Maughan, B., Rowe, R., Loeber, R., Stouthamer-Loeber, M. (2003). Reading problems and depressed mood. Journal Abnorm Child Psychology, 31(2):219-29.
Willcutt, E. G., Pennington, B.F. (2000). Psychiatric comorbidity in children and adolescents with reading disability. Journal of Child Psychology and Psychiatry 41(8): 1039-48.